«Un autentico narratore.» (Fulvio Panzeri, “Avvenire”)

Nella Svizzera di oggi, multietnica e ormai raggiunta dai venti della crisi, si muove una strana coppia di investigatori. Sono l’ex commissario Giorgio Robbiani, della Polizia cantonale ticinese, e la sua badante, la tunisina Zaynab Ammar. Robbiani, in pensione e ancora addolorato per la scomparsa della moglie, spesso viene contattato per piccoli problemi, furti, sparizioni, litigi, visto il suo fiuto da poliziotto affinato dall’esperienza. Zaynab, giovane donna segnata dalla fatica e dalla solitudine dopo la morte del marito nel Centro per richiedenti asilo di Chiasso, con la sua vivace intelligenza si rivela un’ottima assistente per le micro-indagini del commissario. Non potrebbero essere più diversi: lui un anziano un po’ disilluso, benestante e agnostico; lei una musulmana timorosa e piuttosto diffidente, anche se curiosa del nuovo. Eppure si completano a vicenda, anzi, sono la prova che solo la conoscenza reciproca consente uno sguardo adeguato sulla complessità del mondo. Mentre imparano a fidarsi l’uno dell’altra, il commissario e la badante risolvono i casi piccoli e grandi che si susseguono in questi ottantacinque racconti.

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«Anche se il poliziotto era lui, Zaynab era decisa a condurre la sua personale indagine. Ogni uomo è un enigma, così diceva sua madre, e Robbiani lo era più degli altri…»

«L’Europa era un paese strano: la gente sembrava pensare che tutto fosse solido, che tutto sarebbe rimasto così com’era. Nonostante la precarietà economica, nessuno credeva davvero che potesse arrivare il caos, quello vero, la violenza, la paura di uscire nelle strade.»

«Casa non è famiglia, non basta la famiglia, casa non è solo rifugio, sicurezza o figli da crescere. È un luogo ideale a cui appartenere; un territorio vasto, dove ci si può perdere, ma nel quale riconoscere i punti di riferimento dell’amicizia, della condivisione, della tenerezza.»

«Zaynab aveva paura. Una parte di lei non riusciva a crederci. “Non preoccuparti” mormorò Robbiani. “Devi solo abituarti. La felicità non è mai una cosa facile.”»

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